I social media diventano mainstream

Settembre, fine delle ferie ed un sacco di nuovo materiale da pubblicare. Partiamo quindi da cosa sta succedendo sul web per quanto riguarda i social media, un fenomeno ormai inarrestabile, ma la cui crescita esponenziale non smette di stupire.

Mi ricollego a due nuove survey di Forrester: The Broad Reach of Social Technologies, per il mercato americano e Europeans’ Social Networking Use Accelerates, per quello europeo, che mostrano appunto questa crescita.

Per gli US nel 2009, più dell’80% degli Americani online prendono ormai parte ai social media, creando contenuti, partecipando o leggendo quanto prodotto da altri utenti (almeno una volta al mese). Nel dettaglio coloro che caricano nuovi contenuti o che aggregano quelli di altri sono cresciuti leggermente, mentre quelli che votano sono rimasti stabili. Ciò accade probabilmente perchè non tutti saranno interessati a postare un video su YouTube o salvare bookmark in Del.icio.us, anche qualora la tecnologia diventi estremamente semplice e comunque molti si stanno spostando da piattaforme come i forum ai social network. Proprio fenomeni come Facebook hanno portato i joiners dal 35 al 51% e gli spectators, ovvero quelli che consumano almeno passivamente fino ad un incredibile 73% (stiamo parlando di pochi anni..). I numeri lasciano ancora meno dubbi se si va a leggere la penetrazione in base all’età, dato che circa il 90% di coloro che hanno meno di 35 anni e 2/3 di chi ne ha più di 55, sta partecipando. Ciò significa che qualunque navigatore del Nord America, anche inconsapevolmente, sarà presto costretto a fruire user generated content e che chi fa marketing, difficilmente potrà continuare ad ignorare questo shift:

Come dice il titolo del report di Rebecca Jennigs, anche l’Europa continua a crescere sui social media, pur rimanendo un pò indietro rispetto a Stati Uniti ed ancora più rispetto ai paesi asiatici:

Chi utilizza i social network è passato in un solo anno dal 18% a quasi il 30% ed in totale circa il 60% degli europei utilizza sistematicamente i social network, con punte del 74% in paesi come l’Olanda. Rimangono, come è lecito attenders, forti differenze tra i diversi paesi con Olanda (74%) e Svezia (69%) che si distinguono per la maggiore partecipazione, l’Italia per il più alto numero di persone che creano contenuti, li commentano e li votano (23% di creators e 25% di critics) e l’Inghilterra che possiede il primato nei social network (39%).

Questa è la situazione in Italia:

Avevo già parlato l’anno scorso del primato dell’Italia nell’utilizzo dei social media. Come vedete confrontando gli ultimi due diagrammi, questo trend in buona parte si conferma dato che il nostro paese si posiziona per tutte le dimensioni sopra la media europea, emergendo come la nazione più interessante (tra quelle esaminate da Forrester) in cui stimolare i consumatori ad interagire proattivamente con il brand. In Italia in particolare il numero degli utenti immersi nei social network è più che triplicato in un solo anno (dall’11% al 33-34%), stessa cosa successa per i critics, probabilmente sulla scia dell’apertura della versione localizzata di Facebook a Maggio 2008.

In generale più della metà degli italiani online conoscono ed utilizzano i social media e queste cifre esplodono se si prende la fascia di età tra i 18-24 anni in cui creatori/critici superano il 40%, i joiners si sono al 57%, mentre solo il 15% rimane fuori totalmente dai social media! I valori continuano ad essere interessanti anche per le fasce più avanti con gli anni dato che, per esempio, più del 50% anche di coloro con più di 55 anni è già parte integrante del mondo del web 2.0.

Cosa significano questi studi per l’Enterprise 2.0? I vostri dipendenti, giovani o meno giovani, hanno ormai scoperto le nuove potenzialità offerte dagli strumenti sociali ed autonomamente iniziano ad intravvederne gli utilizzi all’interno dell’impresa per far circolare la conoscenza, individuare esperti e risposte, collaborare oltre i confini geografici e l’orario di lavoro standard, fornire un servizio più attento ed avanzato ai clienti.

E’ per questo davvero il momento per sperimentare con un nuovo modo di concepire l’impresa di fronte ad un rischio che si riduce (anche grazie alle best practices e case studies ormai in circolazione) e ritorni finalmente misurabili.

Potete estrapolare autonomamente altri numeri

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