So che è passato molto tempo da quando ho ricevuto l’imprescindibile tomo di Andrew McAfee sull’Enterprise 2.0. Considerata la statura dell’autore e la risonanza del testo quasi come Bibbia su questo particolare dominio, ho pensato bene di leggerlo due volte prima di scriverne.
Iniziamo allora dal perchè, se non l’avete ancora fatto, dovete comprare e leggere il libro:
- La validazione. Andrew è il docente, prima di Harvard e poi al MIT, che nel 2006 ha coniato il termine Enterprise 2.0, ma che negli anni successivi ha ache dato credibilità e contribuito enormemente a validare i concetti base presso un pubblico più ampio. Pur non essendo il primo lavoro sul tema, il libro è per questo un riconoscimento presso manager, accademici, practitioner del crescente peso che l’Enterprise 2.0 sta acquisendo a livello mondiale.
- Una buona introduzione. Pur non introducendo moltissimo materiale nuovo per chi segue da tempo il lavoro, le presentazioni ed il blog di McAfee, il libro propone in modo più articolato, strutturato ed approfondito tutti gli ingredienti necessari a permettere ai manager di formarsi un’idea abbastanza completa del significato e della portata del fenomeno Enterprise 2.0
- Un framework di inquadramento. Oltre alla definizione del concetto, il libro riprende dettagliatamente una classificazione delle diverse tipologie di intervento/tecnologie disponibili nell’Enterprise 2.0 ottenuta facendo leva sulla forza dei legami interpersonali. Il modello detto bullseye che ne esce fuori rappresenta lo scheletro portante di buona parte del libro, dando ordine sia ai quattro casi studio, che ai benefici che l’Enterprise 2.0 promette alle aziende.
- Descrizione concreta degli strumenti. Pur non essendo un libro tecnico, ampio spazio viene dato ad un’infarinatura sui tipi e sulle caratteristiche degli strumenti oggi disponibili appoggiandosi sugli SLATES, altro modello proposto nel 2006 da McAfee e poi esteso da Dion Hinchcliffe
- Facilitare l’adozione. Se tutta la prima sezione del libro è tutto sommato un’introduzione all’Enterprise 2.0, per chi è già addentro al tema la parte più interessante sono i capitoli finali. In particolare il sesto e settimo sono dedicato all’adozione dei nuovi strumenti da un punto di vista sociale ed organizzativo. Si discutono le maggiori resistenze, rischi e difficoltà insite nell’introduzione di un nuovo modo di lavorare utilizzando la behavioral economic e l’effetto 9X proposto da John Gorville. In tal senso l’adozione viene correttamente legata ad un profondo concetto di change management e McAfee propone sei strategie organizzative per disegnare una roadmap di successo nella diffusione dell’Enterprise 2.0 senza dimenticare temi come i millenials, il ROI, il design per l’usabilità, la sponsorship dall’alto, l’utilizzo nel flusso del lavoro, l’incentivazione.
- Il futuro delle organizzazioni. Dove McAfee fornisce veramente del valore aggiunto alla discussione è a mio avviso nelle ultime pagine in cui l’Enterprise 2.0 viene riconsiderata come supporto ad passaggio da un’organizzazione basata sul Modello 1 ad una basata sul Modello 2 di Chris Argyris. Non perdete questa sezione per la sua portata visionaria su come l’Enterprise 2.0 possa fluidificare relazioni, comportamenti, dinamiche e meccanismi portandoci da un’organizzazione basata sull’ego dell’individuo con atteggiamenti difensivi, negazione dei problemi, opacità, prevaricazione, gossip, uso del potere per manipolare e rubare idee ai colleghi, ad un’organizzazione trasparente ed orientata organicamente verso il proprio successo, grazie ad una circolazione libera delle informazioni, ad una validazione continua delle decisioni, al monitoring delle attività dei team, all’ammissione dei problemi ed al miglioramento
Pur non volendo togliere nulla a chi ha inventato e promosso lo stesso concetto di Enterprise 2.0, credo anche che il libro abbia delle pecche rilevanti che provo ad elencare qui di seguito:
- L’Enterprise 2.0 non è tecnologia, né l’adozione di tecnologia. Pur dichiarando di comprendere questo aspetto, buona parte del testo continua a riferirsi all’introduzione di strumenti (ESSPs) dentro l’impresa. L’Enterprise 2.0 è per fortuna qualcosa di molto più ricco, profondo, interessante e significativo per l’azienda. Ma Andrew si è sempre dichiarato un ricercatore sulla tecnologia.
- Un libro per capire, ma non per fare. Non comprate questo libro se volete sapere come lanciare, gestire e portare al sucesso un progetto Enterprise 2.0. McAfee fornisce un’introduzione al tema, ma non va oltre (credo in modo voluto). Dai capitoli si capisce a mio avviso una ridotta esposizione alla consulenza sull’Enterprise 2.0 quando questa farebbe bene forse anche alla stessa trattazione generale del tema
- Il bullseye non serve nella pratica. Benché la forza dei legami di Granovetter costituisca un modo avvincente per inquadrare l’Enterprise 2.0, questa lettura aiuta molto poco le aziende a capire come muoversi. I manager lanciano progetti per risolvere problemi di business, non per soddisfare legami interpersonali di un certo tipo. Per un framework che unisca il quadro d’insieme all’operatività vi rimando a questo post.
- Disconnesso dai processi e dalle pratiche organizzative. Il libro rimane un pò scollegato dai processi di business, ma anche dalle pratiche di gestione del personale, di comunicazione, di management e leadership. In molte pagine si ha la sensazione che la discussione dovrebbe essere portata alla sue conseguenze, ma questo non viene fatto nel libro. D’altronde il libro è stato chiuso sei mesi prima della pubblicazione, a metà del 2009 quando il confronto sulla socializzazione dei processi non era ancora iniziata. Questo aspetto rende il libro per alcuni versi obsoleto già a sei mesi dalla sua pubblicazione.m
- Mancanza di dati. Pur avendo una grande credibilità nell’ambiente, Andrew McAfee non sempre rafforza le proprie posizione citando dati da report, ricerche, studi che aiuterebbero ulteriormente il lettore a farsi un’idea della portata dei fenomeni affrontati, come dei risultati ottenuti nei casi di successo. Qualche numero in più non guasterebbe, ma di nuovo molte informazioni non erano ancora del tutto disponibili a Giugno 2009.
- Casi di successo leggeri. Benché il testo non voglia essere un manuale, sarebbe stato apprezzabile spendere meno tempo sulla descrizione generica dei casi aziendali per approfondire maggiormente le difficoltà, le lezioni apprese, le strategie che li hanno resi possibili e che potrebbero costituire un esempio per altre aziende
Come ho scritto in passato, a differenza di Andrew, io credo che Enterprise 2.0 significhi soprattutto un nuovo tipo di azienda e che di conseguenza il tema debba essere affrontato in modo più complesso, ampio, ricco e profondo di quanto fatto nel libro, tanto da costringere il lettore ad approfondire leggendo una serie di altri materiali a cui vi rimando per non dimenticare prospettive come quelle della leadership, del management, del community management, della socializzazione dei processi, dell’evoluzione organizzativa, dell’apertura verso l’esterno.
A prescindere da questo il libro di McAfee è un ottimo punto di partenza specialmente per chi si affaccia ora a quella che sembra, senza paura di esagerare, la più importante leva competitiva per le imprese di questo secolo.