Lo Stato del Mobile Web 2.0

Tra un post e l’altro sul BarCampBlock, compleanno del primo barcamp tenutosi negli uffici di Socialtext, Ross Mayfield cita un’interessante riflessione di Stephen Johnston sullo stato del Mobile Web 2.0 e delle opportunità che questa dimensione ancora poco esplorata apre per aziende come Nokia.

Mobile e Web 2.0 sono certamenti temi caldi ed in forte avvicinamento. Esistono conferenze di riferimento sia negli Stati Uniti, con l’appena conclusa Social Networking Conference di San Francisco, che in Europa con il Mobile Web 2.0 di Londra ed il Mobile User Generated Content and Social Networking Forum 2007 di Roma (si letto bene, anche in Italia). Esistono ottimi libri tramite cui apprendere i principi base come Mobile Web 2.0 di Ajit Jaokar e mentre i protagonisti del mobile guardano con interesse web 2.0 ed enterprise 2.0 (Nokia ha appena lanciato Mosh e comprato Intellisync, Motorola si è mossa su Good Technology), i leader e le startup del web 2.0 si lanciano sul mobile (Google ha acquisito Postini e punta chiaramente sul mercato dei dispositivi mobile, mentre nascono startup che fanno da ponte tra il pc ed il cellulare come Soonr), senza ovviamente dimenticare l’effetto iphone.

Cos’è dunque il Mobile Web 2.0? Se il web 2.0 sembra un concetto piuttosto complesso da capire, il Mobile web 2.0 lo è forse ancora di più dato l’ecosistema in cui si sviluppa. Ajit lo spiega già nel 2005 in tre post che spaziano dai principi utilizzati da Tim O’Reilly a mobilità e convergenza:

Stephen Johnston riparte dagli stessi 7 principi e ne verifica il livello di realizzazione in chiave mobile:

  1. The Web as a platform: Non esiste nessun concetto simile nel mobile dove pullulano una pluralità di sistemi operativi, schermi con dimensioni e risoluzioni diverse, interfacce e tecnologie profondamente variegate.
  2. Harnessing collective intelligence: Gli strumenti tipicamente utilizzati per abilitare l’intelligenza collettiva si scontrano con ostacoli come la sincronizzazione tra le modalità online/offline (in mobilità è raro poter rimanere sempre connessi) e la mancanza di uno schermo sufficientemente ampio per funzionalitò come il confronto tra diverse revisioni di un documento
  3. Data is the next Intel inside: Se nel web 2.0 il valore di un’applicazione si sposta dal prodotto/servizio ai dati/utenti che gestisce, questi dati diventano ancora più strategici nel Mobile Web 2.0. La loro centralità è evidente sia nell’evoluzione dei servizi guidata dalle richieste del mercato, sia nella capacità di rendere possibili scenari finora impensabili tramite informazioni sulla localizzazione, la vicinanza con altri dispositivi, il profilo di utilizzo della linea, le applicazioni di maggiore interesse
  4. Perpetual beta: Gli operatori telefonici si sono sempre guardati dal coinvolgere ed ascoltare i propri clienti sui servizi da lanciare. Ogni decisione finora è stata generalmente presa dal marketing con risultati disastrosi come gli MMS, il DVB-H, l’IMODE, tecnologie mai entrate nelle grazie dei consumatori semplicemente perchè percepite come inutili. Vodafone e Nokia stanno iniziando a lanciare iniziative per coinvolgere dipendenti ed utilizzatori nella valutazione delle nuove offerte, ma si può certamente fare di più. In particolare è importante raggiungere un punto in cui i feedback sulle applicazioni mobile possano arrivare direttamente dal cellulare, senza passare per il web
  5. Lightweight Programming Models: Molti geek non utilizzano la piattaforma J2MEE poichè a loro modo di vedere le possibilità offerte sono piuttosto limitate. Per ragioni legati alla privacy ed al rischio di bollette miliardarie, è piuttosto difficile attendersi che gli operatori mettano nelle mani degli utenti le API per rimixare ed accedere alle applicazioni disponibili su device mobili. Ciò è un peccato perchè aprendosi al riutilizzo si sperimentebbe un’esplosione di nuovi usi inattesi ed innovativi pari a quanto visto sul web.
  6. Software above the level of the device: Finora l’accesso al web dai telefonini è stato un’esperienza frustrante e volutamente limitativa. Calendari e liste dei contatti sono perfetti candidati come punto di incontro tra la rete acceduta dal pc e la rete acceduta dal cellulare. La convergenza è possibile garantendo la medesima facilità di accesso ed esperienza a prescindere dal dispositivo. Esperimenti come Mosh e Twango sono pensati per portare fuori le foto, i video ed i contributi ormai accumulabili sul telefono.
  7. Rich user experiences: L’esperienza è tutto, specialmente sul mobile, specialmente in ambito professionale dove la facilità d’uso è mirata al raggiungimento di obiettivi concreti e misurabili. Evitare sprechi e interfacce frivole sembra un’ottimo punto di partenza

La mancanza di standard, di tariffe flat a costi ragionevoli, di un approccio più attento all’esperienza utente in ambito mobile sembrano ostacoli rilevanti e profondamenti legati alla cultura degli operatori. Ciò non toglie che la convergenza di enterprise 2.0 e mobile sia un terreno promettente per aziende come Nokia o come molte startup del web 2.0 attuale:

Le opportunità comprendono benifici sia sui processi interni di innovazione e incremento della transparenza, sia sulla creazione di servizi totalmente nuovi con l’obiettivo di combattere le internet companies sul loro stesso terreno, mostrando il ruolo centrale che il mobile può recitare nel fenomeno enterprise 2.0:

Looking at it this way, the mobile seems to be an Enterprise2.0 story that is not often told, but one rich in potential. I’ve picked out a few potential implications for Nokia – and the mobile industry – that fall broadly into two categories – internally focused on improving our transparency, collaboration and speed, and externally focused, market orientated solutions, encompassing opportunities for both devices and services / solutions. I think this is a good time for us to take the initiative here – show the Internet incumbents (GYM) that we can match them at innovation, speed and customer-focus, and beat them solidly when it comes to helping companies adopting enterprise2.0 strategies that have mobile as a central element, not an afterthought.

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