Nel report CIOs Want Suites for Web 2.0 dell’anno scorso Oliver Young (Forrester) aveva rilevato l’inizio di un consolidamento del mercato Enterprise 2.0 suggerendo ai CIO di rivolgersi ai grandi vendors e di preferire le suite di prodotti rispetto ad offerte verticali su un singolo tool, annunciando, di fatto, la morte dei pure players come Socialtext, Atlassian, Traction Software.
Nell’indagine che aveva coinvolto 119 CIO americani in aziende dai 500 dipendenti in su, il 75% degli intervistati preferiva adottare una suite che racchiudesse molteplici strumenti Enterprise 2.0 come risposta alle forti preoccupazioni sui costi e tempi necessari per l’integrazione tra prodotti diversi e con i sistemi aziendali. Questa tendenza aumentava con l’esperienza e l’adozione di tool fino a raggiungere il 98% nelle realtà che utilizzavano tutte le 6 tecnologie web 2.0 considerate (wiki, blog, feed rss, tagging, podcast e socialnetworking).
L’altra indicazione mostrava una netta prevalenza delle aziende più interessate all’enterprise 2.0 qualora l’offerta provenisse da big vendors quali Microsoft ed IBM piuttosto che da attori più piccoli e specializzati come Socialtext, NewsGator, MindTouch, etc. Anche qui la preferenza media era del 71% con una punta del 93% in quelle aziende che già utilizzavano l’intero set di tecnologie.
Questi dati evidenziavano un approccio prudente che privilegia la solidità ed affidabilità del vendor rispetto alla bontà della tecnologia (valutata più direttamente anche dal Magic Quadrant di Gartner discusso qui). Tendenza che IBM (con Lotus Connections e Quickr) e Microsoft (con Sharepoint Server 2007) hanno colto da tempo.
Siamo però veramente certi che per tutti i clienti la scelta ragionevole siano i big vendors e che i pure players saranno costretti a chiudere i battenti?
Un nuovo studio risponde a questa domanda, fornendo un’immagine più neutra e ricca delle scelte che portano alla selezione degli strumenti Enterprise 2.0. A fine Gennaio è stato pubblicato il report Web 2.0 Pure Plays Might Be The Right Answer For Your Organization:
Web 2.0 is moving to the enterprise with increasing speed. There is particular interest in content generation tools like blogs and wikis. Big traditional vendors like IBM Lotus and Microsoft are reacting with offerings that leverage their existing strengths in the enterprise space, but while they react, a host of small vendors are actively providing value to the very customers that have been so loyal to the traditional vendors. Why such strong traction for the small upstarts? The answer is simple: They have strong offerings available today, and the time and cost to implement them is very attractive. And importantly, they also know what it takes to serve the enterprise market.
Mentre circa il 25% dei CIO considera l’Enterprise 2.0 una priorità per il 2008, la richiesta che viene fatta riguarda in modo esplicito soluzioni espressamente pensate per l’azienda. Le funzionalità sono certamente un aspetto importante, ma con la crescita della consapevolezza sul nuovo approccio, i criteri di adozione si stanno uniformando a quelli tipicamente utilizzati per ogni software professionale: sicurezza, affidabilità (specialmente quando le soluzioni diventano strategiche), policy management, integrabilità con i sistemi di autenticazione e produttività tramite SOA (Service Oriented Architectures).
Come rispondono allora i piccoli vendors a queste esigenze?
Produttori come Atlassian, Awareness, Jive Software, Six Apart non solamente sono ormai in grado di fornire garanzie riguardo ognuno di questi requisiti, ma rispetto a Microsoft e IBM riescono a vendere proposte ritagliate sul singolo caso ed utilizzabili anche verso l’esterno dell’azienda. La maggiore flessibilità dei pure players costituisce quindi un primo punto di forza.
Un secondo vantaggio è rappresentato dalla maggiore maturità dell’offerta spesso sul mercato ormai da anni. Jive Software (con Clearspace) e Traction Software sono per esempio in grado di proporre veri e propri workspace collaborativi di project management che si sommano alla produzione collaborativa di contenuti. Anche Atlassian e Socialtext integrano ai propri wiki funzionalità basilari di blogging, tanto che l’Enterprise 2.0 sta sempre di più minacciando il terreno presieduto dalle offerte tradizionali di content management e di collaboration. In questa direzione va chiaramente anche Yoo+, l’esempio che mi piace di più in Italia come avrò modo di discutere in un prossimo post.
L’arma segretà è però costituita probabilmente dagli innovativi modelli di licensing e distribuzione. Qui esistono sostanzialmente tre proposte che stanno catturando l’attenzione dei decision makers aziendali:
- Software-as-a-service: usufruire di un servizio online, senza comprare macchine, gestire deployment ed aggiornamenti, apre le porte alla sperimentazione a basso costo e basso rischio dell’Enterprise 2.0. Il pilot può essere lanciato velocemente su piccoli gruppi di utenti per verificare il valore di business e l’interesse da parte dei dipendenti. Qualora i risultati non si rivelassero soddisfacenti, basta una mail per terminare l’esperimento.
- Appliance: la realtà è che molte aziende ancora non si fidano di lasciare i propri dati in mano a sconosciuti, con transiti (anche se protetti) in Internet. In questi casi è sufficiente chiedere al vendor una macchina dimensionata sul numero di utenti previsti ed aggiornata da remoto, per lanciare il servizio ed averlo sempre funzionante senza preoccupazioni, ma riducendo i rischi.
- Subscription: perchè pagare in anticipo per licenze annuali o numeri prefissati di processori, quando è possibile risparmiare cifre considevoli legando l’investimento al numero di utenti che effettivamente utilizzano il prodotto? Molti pure players propongono ormai un costo ad utente/mese non solo per il SaaS puro, ma in molti casi anche per l’appliance. Far scalare il sistema è sempre possibile con una semplice mail.
In una fase di sperimentazione, incertezza sui ROI, immaturità degli strumenti, potersi sporcare le mani con spese irrisorie (di norma decine/centinaia di dollari al mese) e specialmente senza scomodare l’IT è un’arma considerevole mirata alla velocità, flessibilità e scalabilità. Inoltre molti pure players hanno stretto accordo con Microsoft ed IBM (vedi a proposito i recenti accordi di Microsoft con Atlassian e NewsGator e di IBM con Socialtext)
Il consiglio è iniziare oggi, chiedendo un assessment in base alle proprie esigenze, alla propria cultura, alle applicazioni già esistenti ed alla strategia aziendale. E’ certamente opportuno considerare fin dall’inizio le azioni da intraprendere qualora l’iniziativa avesse successo, ma per capire se l’Enterprise 2.0 fa per voi potrebbe bastare qualche centinaio di euro l’anno ed una mail.
Forrester scommette sul successo di molti dei pure-play vendors in particolare sulle SMB. Il Software-as-a-Service è un fattore differenziante sia nell’introduzione iniziale che sull’adozione a lungo termine. La risposta dei big vendors arriverà grazie a partnership ed acquisizioni.