Grazie ad alcuni amici in comune, ho recentemente conosciuto il professore Mariano Corso ed il lavoro che sta portando avanti all’interno degli osservatori del Pòlitecnico di Milano occupandosi tra i molteplici temi di “Intranet e Nuovi Sistemi Informativi” e “ICT Strategic Sourcing”.
Sulla base di queste iniziative nasce quest’anno anche un osservatorio sull’Enterprise 2.0 che si pone i seguenti obiettivi:
- Analizzare l’evoluzione delle Intranet in Italia e la loro convergenza con i Sistemi Informativi nella prospettiva del Virtual Workspace;
- Comprendere lo stato e i trend nell’applicazione delle nuove tecnologie Web 2.0 nelle imprese e Pubbliche Amministrazioni in Italia ed identificare gli effetti sui processi, le relazioni ed i modelli di impresa;
- Identificare ed analizzare l’impatto dell’applicazione delle nuove tecnologie sulle architetture ICT, con particolare riferimento alla diffusione di logiche SOA;
- Individuare ed interpretare casi interessanti di applicazioni in modo da permettere un confronto significativo con le Best Practice a livello italiano ed internazionale;
- Costituire una community di attori interessati a promuovere uno sviluppo piu’ strategico e consapevole dei nuovi scenari Enterprise 2.0 nelle imprese e Pubbliche Amministrazioni italiane nel quadro di una loro convergenza verso i Sistemi Informativi di nuova generazione.
Sono fermamente convinto della necessità di strutturare e documentare in modo serio sia le iniziative messe in campo che i risultati da queste raggiunti in Italia, analizzandole e valutandole più in generale in un quadro internazionale. Partendo da una forte esperienza sulle intranet tradizionali, il Politecnico ha certamente l’autorità, le competenze ed i contatti per diffondere una maggiore consapevolezza sui fenomeni che stanno investendo i processi di collaborazione, innovazione e knowledge management in tantissime aziende di tutte le dimensioni.
In una mail ricevuta stamattina, vengono infine discussi due interessanti casi italiani:
- Telecom Italia: grazie alla collaborazione con Logotel, Telecom Italia ha lanciato già nel 2004 una community dedicata agli addetti di customer care e denominata call2call con gli obiettivi di raccogliere e capitalizzare best practice ed esperienze degli operatori, aumentare la circolazione dei feedback, stimolare il senso di appartenza all’azienda. La gestione dei contenuti prodotti è condivisa tra un team Logotel e 20 knowledge manager interni a Telecom Italia. L’esperimento è cresciuto negli anni fino a raggiungere una penetrazione mensile del 75%, per più di 2000 utenti attivi e 600 contributi. La piattaforma è stata arricchita da strumenti di comunicazione istantanea ed ha centrato importanti obiettivi sia per l’azienda che per i dipendenti: gli operatori di customer care sono stati coinvolti nella creazione della conoscenza enel miglioramento delle competenze individuali, mentre l’azienda ha perseguito una maggiore efficienza ed efficacia nelle risposte al cliente grazie al patrimonio di informazioni accumulate ed ha ridotto i costi legati alle attività di formazione per le nuove risorse.
- UniCredit: alla intranet, disponibile già dal 2001, si sono recentemente aggiunte “stanze di lavoro virtuali” in quattro aree principali: integrazione UniCredit/HVB (condivisione di documentazione a prescindere dalla sede geografica), progetti trasversali (razionalizzazione di incontri e mail tra strutture o addirittura aziende del gruppo diverse), virtual office per la condivisione di informazioni su domini specifi, knowledge management (per il popolamento della base di conoscenza utilizzata da Quickly, applicazione di assistenza online utilizzata dagli operatori della banca). Migliaia di utenti partecipano ormai quotidianamente ed in futuro saranno aggiunti strumenti di collaborazione real-time e videoconferenza, con una successiva integrazione e razionalizzazione dell’intera intranet.
Quante centinaia di altri casi simili e poco conosciuti esistono in Italia? Secondo me molti. Ciò rende ancora più importanti strumenti quali Cases2, specialmente in un mercato come quello italiano in cui i più si affannano a dire che non esista mai nulla di ben fatto o innovativo.