Conoscere gli strumenti dell’Enterprise 2.0

Nonostante il 2008 abbia segnato in generale un accresciuto interesse ed una maggiore consapevolezza da parte delle aziende italiane verso l’enterprise 2.0, con un pizzico di sorpresa continuo spesso a constatare una bassa conoscenza da parte degli attori coinvolti (compresi alcuni consulenti e professionisti) verso le dinamiche ed i protagonisti internazionali di questo mercato. Un pò come se l’enterprise 2.0 fosse solo chiacchiere e teoria, piuttosto che un modo concreto di aiutare l’azienda a reinventarsi usando leve più informali e partecipative, nonchè gli strumenti più efficaci.

Questa scarsa attenzione è ancora più pericolosa se confrontata con l’evoluzione frenetica del mercato che mischia a velocità pazzesca aspetti prettamente tecnologici e ben più importanti considerazioni sulle modalità di utilizzo da parte delle organizzazioni. Anche limitandosi alla tecnologia, non si tratta solo di capire da chi comprare il software, ma specialmente di quale oggetto scegliere e di come usarlo in base ai propri obiettivi.

Una foto piuttosto esauriente in questo senso viene scattata dal recente Forrester TechRadar For I&KM Pros: Enterprise Web 2.0 di Gil Yehuda. Secondo Forrester la ricerca di nuove leve per incrementare la bottom-line e la presenza di differenti profili demografici (baby boomers, generazione X e millenials) stanno causando sempre più frequentemente una tensione tra ciò che gli information worker si aspettano e ciò che la intranet mette loro a disposizione. Quanto l’IT non vuole o non può fornire è ormai alla portata di un click come software as a service o installando autonomamente le applicazioni in azienda con enormi rischi di gestione, controllo, sicurezza.

Come aiutare allora l’IT ad intraprendere la retta via? Di quali strumenti abbiamo realmente bisogno? Quali sono già pronti per essere presi in considerazione? Quanto forte è l’impatto che ognuno ha prodotto in questi primi anni?

Il diagramma qui sotto (via ZDNet) rappresenta un buon inizio:

A partire da un’analisi che ha coinvolto 45 vendor, 125 clienti e 10 esperti, il TechRadar introduce delle curve evolutive che inquadrano 11 tool (blog, forum, mashup, microblog, podcast, prediction market, RSS, social bookmarking, social network, widget e wiki) rispetto a quattro dimensioni:

  • lo stato del mercato (asse X)
  • l’impatto di ogni strumento sul business (asse Y)
  • il tempo previsto per passare nella fase di sviluppo seguente (asse Z)
  • il successo complessivo (la posizione sulla curva)

In estrema sintesi il diagramma suggerisce che:

  • i wiki hanno già dimostrato chiaramente il proprio valore (almeno quando implementati correttamente)
  • i feed rss potrebbero essere il collante tra tanti componenti diversi ma sono ancora poco utilizzati in azienda
  • la vera killer application sembra essere il social network, contesto sociale d’eccellenza per l’informazione prodotta e substrato ideale per le altre tecnologie enterprise 2.0

Andando in dettaglio per grado di maturità:

  • Fase di Creazione con applicazioni commerciali consolidate ancora non disponibili. Il microblogging è l’unica tecnologia presente. L’hype elevatissimo nel consumer su questo ambito ne ha spinto l’introduzione da parte di vendor come Six Apart, Automattic, Coremedia, Yammer, Jive, ma è ancora troppo presto e comunque il microblogging si consoliderà semplicemente come una feature, più che un prodotto a se stante (costo 1-5$ al mese)
  • Fase di Sopravvivenza con tecnologie per cui stanno nascendo le prime offerte commerciali ed installazione su larga scala. In questo step troviamo prediction market, social network, widget. I prediction market (Consensus Point, Inkling, Gexid, NewsFutures e Spigit con costo annuo 40K-100K$) offrono un approccio decisamente promettente per intercettare l’intelligenza colletiva, ma rimane molta strada prima di sdoganarne ampiamente l’uso. Al contrario i social network sono già una realtà in grado di capitalizzare relazioni informali ed expertise creando forte valore per l’azienda (IBM, IGLOO, Jive Software, Microsoft, NewsGator Technologies, Telligent Systems con costo annuo 20K-300K$). Infine i widget mettono in condizione utenti non tecnici di recuperare ed integrare contenuti utili in base alle proprie esigenze (Clearspring Technologies, Gigya, NewsGator Technologies, Widgetbox,Worklight al costo annuo di 25K$ più sviluppatori)
  • Fase di Crescita in cui il mercato diventa cristallizzato con tecnologie affidabili ed utilizzate in modo visibile. Qui troviamo i risultati misti del blogging interno (Automattic WordPress, IBM, Microsoft, Six Apart, Traction al costo medio di 15K$), la potenza dei mashup (IBM, JackBe, Serena, Kapow, StrikeIron, Xignite con costo tra i 50K-300K$, il sottoutilizzo dei feed rss (Attensa, NewsGator da 40K ad 80K$), il potere trasformativo e la portata dei wiki (Atlassian, IBM, MediaWiki, Microsoft, PBWiki, Socialtext, Traction, Twiki con prezzo medio tra 10K e 50K$)
  • Fase di Equilibrio il mercato è stabile e consolidato con revenue e clienti che iniziano a diminuire. E’ questo il posto in cui sono inseriti gli ancora utilizzatissimi forum (EllisLab, IBM, Invision,Jive, Microsoft, Groupee, Jelsoft con budget da 2K$ a 10K$), i podcast ormai in declino, il social bookmarking (Connectbeam, Cogenz, IBM al costo medio di 12k-15K$) un pò in arresto
  • Fase di Declino in cui mutate condizioni commerciali provocano l’interruzione del supporto di una tecnologia da parte del vendor ed il passaggio dei clienti a strumenti più innovativi. Non ci sono prodotti in questo anello.

Per chiudere alcune raccomandazioni finali:

  • E’ il momento di sperimentare con i social network, ma è troppo presto per il microblogging
  • I wiki sono ormai una realtà consolidata e ricca di storie di successo
  • Non è mai inutile sottolineare come nessuno strumento sia in grado di cambiare l’azienda da solo. Il cambiamento è frutto del lavoro su strategia e persone. Il consiglio per produttori di tecnologia e clienti rimane ancora una volta quello di impiegare consulenti con reale esperienza sul campo in modo da guidare strategicamente l’adozione e coinvolgere adeguatamente gli utenti finali.

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