Come credo molti sapranno, mercoledì 25 Marzo a Milano si terrà l’incontro di presentazione dei risultati del nuovo Osservatorio Enterprise 2.0 della School of Managament del Politecnico di Milano, uno dei momenti più importanti in Italia per verificare il polso del mercato Enterprise 2.0 sintetizzato a partire dalle indicazioni di alcune centinaia di CIO, Responsabili Risorse Umane e Marketing nel nostro paese.
Vorrei qui riprendere alcuni delle anticipazioni dal gruppo di ricerca proprio per quanto riguarda le Direzioni Marketing e Risorse Umane, lasciate un pò in secondo piano dallo studio del 2007. Preferisco invece rimandare a dopo la discussione ufficiale dei risultati alcune mie considerazioni sull’impostazione del lavoro di analisi.
Innanzitutto dalle interviste di quest’anno sembrano emergere quattro filoni, quattro “gusti” di Enterprise 2.0:
- Social Network & Community con un utilizzo preponderante di tecnologie di social networking per generare e sostenere comunità interne ed esterne all’impresa
- Unified Communication & Collaboration che comprende l’utilizzo di strumenti ed infrastrutture (telefonia fissa e mobile, pc, …) finalizzati principalmente alla comunicazione, anche qui interna ed esterna all’impresa
- Content & Document Management ovvero la gestione dell’informazione, dei contenuti e dei documenti a livello aziendale
- Adaptive Enterprise Architecture come supporto alla flessibilità e riconfigurabilità coerente con i cambiamenti della strategia organizzativa, attraverso strumenti per la gestione flessibile dei processi (BPM), la costruzione e gestione di servizi per le architetture applicative (SOA e Mash up) e erogati da terzi (SaaS)
Su questo quadro d’insieme, spero vivamente ci sarà la possibilità concreta di sapere di più sui principali progetti associati ad ogni filone.
Come avevo già manifestato a Mariano Corso e Stefano Mainetti, credo che una qualsiasi indagine sull’Enterprise 2.0 che pretenda di fornire una quadro esaustivo non possa limitarsi alla parola dei CIO, ancora a volte barriera verso la realizzazione di questo nuovo paradigma di azienda. E’ positivo allora notare come la prospettiva dell’Osservatorio si è moltiplicata arricchedosi delle utili indicazioni dei dipartimenti HR e Commerciale.
In particolare, il 50% dei 114 manager e responsabili HR chiamati a rispondere sul proprio ruolo nell’accompagnare i nuovi trend organizzativi caratteristici dell’Enterprise 2.0 da un feedback di estremo interesse, contro un 27% di attendisti ed un 16% decisamente più scettico.
Gli obiettivi che la direzione Risorse Umane associa all’Enterprise 2.0 sono innanzitutto una migliore condivisione della conoscenza, la riconfigurabilità adattativa del lavoro (a livello di azienda, dipartimento o addirittura singolo individuo), la global mobility:
Purtroppo a questo interesse non sembra corrispondere ancora un’introduzione elevata. Laddove questa esista, gli usi più frequenti sono attualmente legati all’incremento del team work, al rafforzamento dei legami tra i dipendenti e verso i manager, all’aumento di efficacia, competenze ed efficienza.
Nei panni del direttore Marketing e Commerciale, l’immagine è un pò più rosea, con ben un 62% di visionari pronti a scommettere sull’Enterprise 2.0, contro un 25% di attendisti e 13% di contrari.
Le potenzialità sono rivolte alla creazione di nuovi canali di comunicazione più diretti ed efficaci, nuove modalità di coinvolgimento e partecipazione all’ideazione/miglioramento del prodotto, scambio di conoscenza all’interno della rete vendita e tra rete ed azienda verso un ripensamento di lungo termine in chiave multicanale del modello di servizio e di relazione con i clienti:
Sono convinto che queste cifre ed indicazioni saranno piuttosto diverse tra un anno, ma anche che il messaggio presente tra le righe sia qui per rimanere: modalità di lavoro, interazione e produzione del valore sono già cambiate per sempre. Mobilità, millenials, mercato in evoluzione continua, barriere che crollano improvvisamente, consumatori che vogliono una voce in capitolo sono sollecitazioni che nessuna azienda oggi può più permettersi di ignorare.
Se allora le persone sono l’asset più profondo delle nostre aziende, chi si occupa di persone verso l’interno (HR) e verso l’esterno (marketing e vendite) non può far altro che imparare in fretta a leggere e cavalcare questi trend.