Uno sguardo sul futuro del Social Computing

In che modo l’Enterprise 2.0 influenzerà il modo di lavorare di aziende e dipendenti nei prossimi anni? Gartner ha recentemente lanciato 5 spunti, in parte legati all’uso della tecnologia ed in parte più focalizzati sulla gestione delle iniziative di partecipazione, che ritengo valga la pena riprendere qui:

  1. Email – Entro il 2014 il social networking avrà rimpiazzato l’email come principale veicolo delle comunicazioni interpersonali per il 20% utenti business
  2. Activity Streams – Entro il 2012, più del 50% delle imprese userà gli stream di attività e microblogging, ma non in modo  stand-alone (ovvero scorrelato da altre attività, processi e strumenti), impiego destinato a non superare il 5% di penetrazione
  3. Rischi di fallimento – Da qui al 2012, più del 70% delle iniziative legate ai social media e guidate dall’IT falliranno
  4. Esperienza mobile – Nell’arco di 5 anni, il 70% delle applicazioni collaborative e di comunicazione per il PC saranno progettate in base all’esperienza che si sta formando sugli smartphone
  5. Social Network Analysis – Da qui al 2015, solo il 25% delle imprese impiegherà sistematicamente la social network analysis per incrementare performance e produttività

C’è chi da poco credito alle grandi società di ricerca, ma andando oltre le cifre esatte fornite da Gartner ritroviamo in queste predizioni alcuni messaggi in buona parte già nel radar da chi segue questo blog. Alcuni commenti allora su ogni punto:

  • La diffusione dei social network (sia interni che esterni all’impresa) per finalità di business sembra assolutamente inarrestabile. La maggior parte delle nuove intranet e degli stessi progetti di redesign delle intranet esistenti oggi prevedono almeno parzialmente funzionalità sociali. Grazie alla diffusione di piattaforme pubbliche di massa come Facebook, di pari passo sta crescendo anche la familiarità dei manager verso nuove forme di comunicazione più aperte, trasparenti, reattive e distribuite. E’ per questo lecito attendersi che finalmente parte dei dipendenti capisca che esistono canali diversi dalla mail per comunicazioni in tempo reale o di gruppo, al fine di avere più controllo e specialmente di ridurre il numero di messaggi che si devono smaltire
  • I flussi di attività sdoganati proprio da Facebook consentono di tenere facilmente sotto controllo tutti gli scambi orizzontali che avvengono nell’impresa, sviluppando un approccio di emergenza e serendipity. Ciò consente all’azienda, per la prima volta ed in modo scalabile, di scoprire proattivamente esperti e conoscenza, di metterli a fattor comune e di riutilizzarli. In parallelo per gli individui si tratta di un’incredibile opportunità per ottenere visibilità aldilà delle barriere gerarchiche e di scoprire colleghi in qualunque parte dell’organizzazione in grado di aiutare nel completamento delle attività quotidiane. Tutte le maggiori piattaforme di social software stanno integrando questo approccio, cercando una più forte integrazione tra status updating e processi/flussi di attività come mostrato da Salesforce Chatter, Tibco Tibbr e SAP 12Sprints
  • I rischi di fallimento sono enormi quando si continua ad ignorare la sostanziale differenza tra i progetti IT e quelli che invece intendono mettere al proprio centro le persone e gli obiettivi di business. Esistono ormai metodologie e best practices validate dal lavoro dei pionieri dell’Enterprise 2.0, che consentono di evitare errori costosi. Questi esempi mostrano come Enterprise 2.0 e Social Media non debbano essere considerati campagne o tentativi sporadici, ma inseriti in un processo di più lungo termine, strutturato per garantire la loro integrazione con la cultura, i processi e l’infrastruttura esistente. Ciò probabilmente richiede esperienza, nuove competenze ed un design organizzativo meno frammentato in silos. Per le iniziative guidate dalle linee di business la percentuale è già oggi molto più alta (50%) e mostra una già più chiara correlazione tra business e social media.
  • L’analisi dei network sociali è una disciplina su cui Open Knowledge è fortemente impegnata con risultati che spesso sorprendono noi stessi sia per efficacia operativa che per profondità dei messaggi. Guardando ai numeri di Gartner, le aziende che hanno capito l’importanza della misurazione dei pattern di interazione formale ed informale nelle reti sociali continueranno a creare un vantaggio competitivo importante. Aldilà del miglioramento della teoria e degli strumenti di analisi, ciò che fa spesso la differenza è di nuovo la capacità di rispettare la cultura, coinvolgere e tranquillizzare le persone che devono fornire i dati, strutturare un processo in grado di intraprendere azioni di miglioramento organizzativo a partire dalle letture. Temi come privacy, confidenzialità, fiducia sono decisamente il cuore del progetto.

Quali di questi punti sono davvero cruciali? Cosa ci aspetta nei prossimi anni come manager, consulenti ed utenti degli strumenti sociali? Potete trovare le mie considerazioni qui.

Emanuele Quintarelli

Entrepreneur and Org Emergineer at Cocoon Projects | Associate Partner at Peoplerise | LSP and Holacracy Facilitator

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